Online screening:
Italian version
https://www.zalabview.org/movie/al-largo/

Selected reviews and interviews:

ARSENAL Berlin
https://www.arsenal-berlin.de/en/cinema/programm-archive/2021/film-series/female-artists-program-3/

DUELS 
https://duels.it/sogni-elettrici/torino-38-al-largo-di-anna-marziano-e-le-forme-del-nuovo-umanesimo/

LO SPECCHIO SCURO
https://specchioscuro.it/al-largo-anna-marziano-torino-film-festival/

QUINLAN
https://quinlan.it/2020/12/26/al-largo/?fbclid=IwAR1au5DZ4Uur_CGs9dBc1ukrIRfZJONmPSDeRz4TdmQabDIf799jzzDeDH8

MICHIGANDAILY
https://www.michigandaily.com/film/ann-arbor-film-festival-2021-adrift-in-pain-and-illness-meditate-with-al-largo/

CINECITTA’
https://news.cinecitta.com/IT/it-it/news/55/84216/al-largo-del-dolore-e-della-reciproca-cura.aspx

INFO OGGI
https://www.infooggi.it/articolo/gran-premio-della-giuria-torino-2020-anna-marziano-racconta-al-largo/124865

“ANTONIO MAIORINO: Al largo comincia con immagini indistinte, un’ombra fluida che diventa acquatica. Definirei questo inizio quasi “amniotico”, una genesi con una concentrazione di significato che addensa valori che ritroveremo nel corso dello sviluppo narrativo. In che modo volevi che questo inizio generasse il racconto successivo?

ANNA MARZIANO: Sono affezionata all’idea di densità ed è proprio la pellicola che permette di lavorare con la densità in opposizione al digitale, che è molto più legato al concetto di fluidità. L’idea è quella di volersi collegare sin da subito al fondo dell’esistenza, rappresentato dall’acqua, da questo mare da cui veniamo e a cui in qualche modo si torna. Si tratta di un’immagine che esprime allo stesso tempo il rischio di essere vivi e ma anche il prendersi cura degli altri. Anche nel neonato coesistono entrambe gli aspetti: il rischio di venire al mondo, la cura che lo accompagna.

MAIORINO:
In una precedente intervista hai citato Paul Ricoeur: “la malattia rivela che la nostra esistenza è naturalmente scucita”. Nel film questo è evidente nelle scene in cui tua figlia gioca a ricomporre un corpo umano a mo’ di collage degli organi. Per usare l’espressione che ha dato il titolo a un libro e a un film: come si fa “riparare i viventi”, al di là della dimensione puramente clinica degli organi, delle ferite, delle lesioni?

MARZIANO:
Rispetto al film ci sono due livelli: una persona che cerca di superare la catastrofe della malattia e la dimensione plurale e politica del riparare la società, il pianeta. A livello individuale penso che ci tocchi fare un lavoro di patchwork per cui si tesse, s’irrobustisce, s’imbastisce, con tutti i pezzi di reale che ci vengono incontro e con i quali dobbiamo imparare ad avere a che fare per evitare fanatismi di ogni genere. Questa accoglienza del mutamento, che previene dal rinchiudersi in un’idea identitaria monolitica, ci consente di creare una grande coperta con le nostre pieghe esistenziali, accettando la molteplicità del reale. Dal punto di vista plurale, invece, per me è centrale l’aspetto di cui ti dicevo prima: la solidarietà. Essa si riporta sia a livello di organizzazione del sistema, nel senso della coesione tra le varie parti sociali, sia a livello di rapporto col pianeta. Anche il nuovo film su cui sto lavorando adesso è centrato su questo: la necessità del prendersi cura. Bisogna andare al di là della vecchia contrapposizione tra giustizia sociale e giustizia ecologica. Nella pandemia ciò è evidente, perché si è reso chiaro che non andiamo lontano se sfruttiamo a oltranza l’ambiente e le sue risorse naturali oltre ogni sostenibilità. Dobbiamo quindi imparare a porci dei limiti e capire che non ci si può salvare da soli. Ci sono fasce di popolazione che lavorano nella filiera agricola e che sono in prima linea in questa situazione”.

with
francesco nash,
claire marin,
dijana zoradana,
antonietta lanzarone,
sindia sosdian,
carrie lear,
alea lori marziano. 

idea, camera, sound and 
editing: anna marziano
filmed on 16mm and video
germany/italy 2020
65 min.

funded by
senatsverwaltung für kultur und europa


sound mix: jochen jezussek
image post-production: planemo, berlin
color grading: armin dierolf
typography: nuno da luz

many thanks to marcin malaszczak and abdul twebti for their great support in the image post-production!
planemofilm.com


 
World Premiere:
TFF.doc 2020
Awarded Special Jury Prize 

Screenings:
Arsenal, Berlin 2021
Extra Doc /MAXXI Museum (Rome) 2020
Ann Arbor Film Festival 2020
Bogotà Experimental Film Festival 2021
Mostra del Cinema di Pesaro 2022
Festival Fuori Norma 2021
...


~ al largo




Synopsis:
Immersing us in a sea of words and images, AL LARGO brings us into contact with the experience of suffering. Dissolving the polarity between egoism and altruism, taking care becomes a gesture which alone seems to resist in front of the excessive power of life. 

“The sea is the starting point for a reflection on the experience of suffering. In the quiet flow of images, the world appears like a dream, filled with words, works of art, fossils, songs, human beings, unfolding an almost magical and comforting space. In a circular movement, we move from the private to the political, from the mythology of the sea to the reflections on human suffering in Claire Marin's philosophical writings, Dijana Zoradana's collages and Francesco Nash's paintings, to society's treatment of human beings in situations of crisis. Images and sounds enter into resonance, time seems to expand in all directions into infinity. The artist takes us on a path, on which we are able to imagine a possible resolution of the polarity between egoism and altruism in a gesture of care”. - Angelica Ramlow (ARSENAL, Berlin)





ExtraDoc - Musem MAXXI Rome:
«Chi si prende cura di una persona dopo che i dottori se ne sono andati? Come affrontare l’insensatezza del dolore? E come preparare sé stessi e una bambina ad affrontarlo?» Anna Marziano.
Premio Speciale della Giuria al Torino Film Festival, ha il coraggio e la densità lirica del cinema di poesia che usa per raccontare in come la malattia e il dolore, le gravidanze, la chirurgia e il tempo lavorano sul nostro corpo come su un paesaggio, come la memoria sulla nostra identità, come la grana del suono – usato nel film in modo inedito e quasi sperimentale – sulle immagini. (ExtraDoc MAXXI)

︎︎︎                                                                                               ︎︎︎